Peperoncini verdi di fiume, detti in dialetto puparunciell ‘e ciumme… una vera poesia!
Conosciuti in altre zone della Campania come friggitelli o friarielli per la loro caratteristica di essere consumati prevalentemente fritti, i peperoncini verdi sono bacca verde di forma allungata di circa 5-6 cm. Ossia hanno la classica forma di un peperoncino piccante, con la differenza che sono verdi e dolci.
Leggiamo insieme la storia dei Peperoncini verdi o meglio Puparunciell ‘e ciumme
Si narra che l’origine dei peperoncini sia ad opera dei monaci Cistercensi, chiamati dalla Francia da re Carlo d’Angiò, per fondare due abbazie nel territorio tra Napoli ed Eboli. Fu proprio lungo il fiume Sarno, a San Pietro di Scafati, che i Cistercensi francesi fondarono la prima abbazia dedicata a Santa Maria della Real Valle: da qui iniziarono a diffondere le loro conoscenze rurali, arricchendo la già florida coltivazione autoctona con numerose coltivazioni portate dalla Francia. [rif. ]
Ed ecco come nasce il peperoncino verde di fiume (di fiume proprio perchè coltivato lungo le rive del fiume).
Attualmente le zone di produzione sono quella di Napoli e di Salerno, ed è possibile raccogliere i peperoncini nei mesi estivi, da giugno a settembre.
Per essere buoni i peperoncini devono essere raccolti quando sono piccoli, lunghezza appunto di 5-6 cm, in modo da essere teneri.
La ricetta perfetta per i peperoncini verdi è solo una: fritti.
Possono essere, infatti, consumati fritti, caldi caldi con una spuruzzata di sale sopra, oppure fritti e poi messi in un sughetto fatto con pomodori del Vesuvio e basilico.
Se proprio volete osare, nel sughetto con i peperoncini, potete cuocere anche una fetta di carne, una rivisitazione della carne alla pizzaiola, con l’aggiunta appunto, dei peperoncini verdi.
Una vera bontà, perchè la carne prende il gusto dei peperoncini!
Unico difetto dei peperoncini verdi fritti è che hanno bisogno di tanto pane! Ma direi che possiamo chiudere un occhio su questo problema!