“A Napoli il caffè è una cosa seria!” Quante volte avete sentito dire questa frase?
Il fatto è che noi napoletani ci crediamo pure! Il caffè napoletano è un rito, una tappa obbligatoria nella corsa della giornata: il tempo di un caffè si trova sempre!
La mattina non si esce di casa senza aver preso un caffè e nel caso tu non avessi avuto il tempo c’è sempre una nonna – una mamma – una zia pronta ad accendere sotto la macchinetta del caffè, perché davanti a sta tazzulella si parla meglio, ci si rilassa e si.. ci si gode il caffè!
E se sei per strada la musica non cambia, ci sarà un amico incontrato per caso che ti dirà: ce l’hai il tempo di un caffè?
Il momento del caffè è una tradizione così radicata nella cultura partenopea, che anche Eduardo De Filippo in più di una commedia ne ha esaltato il rito. Ricordiamo ad esempio il “monologo del caffè” tratto da “Questi fantasmi” dove ci spiega come fare un caffè napoletano perfetto con la napoletana, la tradizionale macchinetta del caffè.
“Sul becco io ci metto questo coppitello di carta… Pare niente, questo coppitello, ma ci ha la sua funzione… E già, perché il fumo denso del primo caffè che scorre, che poi è il più carico, non si disperde. Come pure, professo’, prima di colare l’acqua, che bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di colarla, vi dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata. Un piccolo segreto! In modo che, nel momento della colata, l’acqua, in pieno bollore, già si aromatizza per conto suo. Professo’, voi pure vi divertite qualche volta, perché, spesso, vi vedo fuori al vostro balcone a fare la stessa funzione. E io pure.
Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non collabora, me lo tosto da me. Pure voi, professo’?… E fate bene… Perché, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore… A manto di monaco… Color manto di monaco. È una grande soddisfazione, ed evito pure di prendermi collera, perché se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete… ve scappa ‘a mano ‘o piezz’ ‘e coppa, s’aunisce a chello ‘e sotto, se mmesca posa e ccafè… insomma, viene una zoza… siccome l’ho fatto con le mie mani e nun m’ ‘a pozzo piglia’ cu’ nisciuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso. Professo’, è passato. (Assaggia il caffè) Caspita,chesto è ccafè… È ciucculata. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo: una tazzina di caffè presa tranquillamente qui, fuori… con un simpatico dirimpettaio…”
(tratto dal Volume primo, Cantata dei giorni dispari, a cura di Anna Barsotti, edito da Einauidi)
Ogni napoletano avrà la sua teoria su come fare un “caffè speciale” l’acqua, la tostatura (e quindi la marca) di caffè da usare e cosa più importante la macchinetta del caffè!!!
Ma per quanto queste teorie possano essere diverse, c’è un pensiero che mette d’accordo tutti: il segreto di un buon caffè è la pazienza! Non devi avere fretta, né nel prepararlo né nel gustarlo… perché il piacere del caffè comincia proprio dalla sua preparazione e “se hai fretta, il caffè se ne accorge”!!
E allora, ritagliati un momento di pausa, giusto il tempo di un caffè, magari proprio davanti una tazzulella fumante, e seguici.. ti porteremo in giro per Napoli e dintorni alla scoperta delle tradizioni, culinarie e non, e ti daremo qualche dritta di dove mangiare e bere bene all’ombra del Vesuvio.