Quando l’estate è alle porte ed il caldo inizia a farsi sentire, per combattere la calura ci si rifugia sotto un chiosco di bibite, ma la voglia di qualcosa di fresco continua ad essere presente.
Come affronta tutto ciò il popolo vesuviano da decenni?
Semplice…col cazzimbocchio!
Ma cos’è per i vesuviani questo cazzimbocchio?
E’ di fatto quello che a Napoli è noto come “a Rattata“, a Roma “Grattachecca”, a Palermo “Grattatella” e a Bari “Grattamarianna”.
In pratica ogni città, soprattutto del sud, ha il suo nome per la granita prodotta con ghiaccio e sciroppi vari a seconda del gusto.
Il cazzimbocchio è radicato nella cultura popolare già dagli inizi degli anni ’50, prima della larga diffusione del frigo.
Lungo le spiagge vesuviane o nei chioschi degli acquafrescai napoletani, era solito scorgere sempre, avvolti in panno di lino o cotone, i blocchi di ghiaccio.
Dinanzi a questi chioschi, uomini con il fisico segnato dal traino dei carrettini sui quali erano sistemate le stecche, preparavano il rinfresco. Erano di forma parallelepipeda, della lunghezza al massimo di un metro.
I carretti si fermavano dinanzi al chiosco e, avvolto in un sacco di iuta, c’era il ghiaccio da consegnare. Dapprima serviva a rinfrescare le bibite, ma dopo diventò utilissimo per dare vita appunto al cazzimbocchio.
Era solito ritrovarsi lungo le spiagge vesuviane, folle di fanciulli che circondavano l’ambulante di turno, il quale grattava il ghiaccio con l’apposito attrezzo e non essendoci all’epoca il bicchiere monouso, depositava il tutto nel palmo dei bambini, versando infine lo sciroppo al gusto desiderato.
Ancora oggi esiste qualcuno che tiene in vita la tanto buona e fresca “rattata” o “cazzimbocchio” che dir si voglia, fatta con quel semplice oggetto metallico simile ad una pialla, che conserva all’interno il ghiaccio grattato…ma ora si versa tutto nel bicchiere monouso.
Una bevanda dissetante e decisamente squisita che i nostri genitori dicevano di non tracannare per evitare problemi di stomaco. Da non confondere, sia chiaro, con la granita, prodotta con acqua mescolata a sciroppi che viene poi congelata.