Il baccalà, forse lo abbiamo già detto, non è un prodotto tipico napoletano, ma un prodotto che a Napoli e soprattutto nelle zone vesuviane abbiamo adottato con tanto amore!
Così tanto amore che è sempre presente sulla tavola di Natale, o meglio delle vigilie (il 24 e il 31).
Tantissimi modi di prepararlo, fritto, con il pomodoro, in “pizzelle di pasta cresciuta”, l’importante è che ci sia!
E si lo so cosa state pensando, ovvio che ci deve essere, e lo possono cucinare come vogliono, ma voi volete solo un bel pezzo di baccalà fritto (vabbè uno si fa per dire!)
Quindi che problema c’è? Basta scendere andare da un venditore di baccalà (e come si potrà mai chiamare?) Ovviamente Baccalaiouolo!…e comprarlo
A scella e baccalà
Magari fosse così semplice! Qui si aprono tantissimi scenari. Prima cosa il baccalà lo compriamo sotto sale o dissalato? E si, perché è diverso. I puristi sono per il comprarlo sotto sale, qualche giorno prima (anche un mese) tanto sotto sale si conserva, “avessa finì ‘o baccalà? E che ce magnamme poi?” (E se poi finisce il baccalà, cosa mangiamo il giorno della vigilia?). Poi ci sono quelli che meglio comprarlo già dissalato, fatica in meno e siamo sicuri che è buono!
Noi ovviamente lo prendiamo sotto sale, qualche giorno prima (non vi dico quando, eh però!), e con una santa pazienza, 3-4 giorni prima della vigilia (a seconda dello spessore del pezzo) cominciamo a dissalarlo, cambiando 2-3 volte al giorno l’acqua e tenendolo almeno 30 minuti al giorni sotto l’acqua corrente.
E poi il pezzo, il mussillo o la pancetta? Il mussillo è bello, alto, che quando si frigge è un bel pezzo alto, quello a cui non sai resistere. E la pancetta, più bassa, magari tagliata a pezzi piccoli, in modo da creare dei piccoli bocconcini croccanti, da mangiare caldi caldi mentre si frigge!
E voi di quale scuola di pensiero siete?
Sul nostro blog la ricetta del baccalà fritto.