“Chi vo’ a Semmulella, so’ caver e vullente”. Quante volte da bambini il sabato mattina siamo stati svegliati da ragazzini che urlavano questa frase?
“Chi vo’ a Semmulella, so’ caver e vullente… Chi vo’ a Semmulella, so’ caver e vullente”. E chi si crogiolava e indugiava nel proprio lettino, sapendo che al risveglio l’avrebbe trovata lì, sul tavolo della cucina, ancora calda e pronta da essere addentata.
Chi vo a semmulella??
E quante volte, tornando nella propria città, abbiamo risentito quelle urla, che ci davano la piacevole sicurezza di essere nel posto giusto: a casa!
Chi, come noi, è originario di Torre del Greco, avrà capito bene a cosa ci riferiamo e già starà volando con i ricordi ai tempi in cui mangiava questa prelibatezza, ne sta già sentendo il profumo e quasi riesce a sentirne il sapore!
La semmulella è un prodotto alimentare torrese, nato nell’antico quartiere di Santa Maria di Costantinopoli a Torre del Greco.
È una pagnotta schiacciata e allungata dal peso di 200 grammi circa ed è fatta con farina di semola rimacinata di grano duro (anticamente della varietà Senatore Cappelli), lievito madre (criscito), acqua e sale.
La semmulella o semolella, già il nome racchiude tutto: un panino di semola, venduto caldo e mangiato a colazione, di solito con alici salate e sugna, o semplicemente con sugna, sale e pepe.. i più gourmet amano magiare la semmulella anche con le melanzane sott’olio e accompagnato da un bel bicchiere di vino rosso!
I forni più antichi, nel senso di quelli storici di Torre del Greco, la vendono ancora e talvolta si possono ancora trovare in giro i ragazzini con un carrellino a due ruote, con dentro un sacco, tenuto al caldo da una coperta, pieno di semmolelle.
Beh, a questo punto, se fossi in voi, farei un salto da queste parti per provare questa delizia!